Il viaggio più emozionante e sorprendente dell’inizio stagione 2018 è stato senza dubbio il viaggio a Hong-Kong.

Non era il mio primo viaggio in Cina, e sono anche già stata diverse volte in passato in Giappone e a Singapore. Però Hong-Kong è stata un’esperienza davvero spaesante ed incredibile.

Sono stata a Hong Kong per un Concerto in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, in compagnia di Ugo Mahieux, che era venuto direttamente da New York, per ricomporre il nostro bel duo da camera violino-pianoforte.

Il progetto era iniziato sotto buoni auspici: per un miracolo sia io che Ugo siamo riusciti a fare un po’ di spazio per questo concerto, proposto all’improvviso qualche mese prima dall’Istituto Italiano di Hong Kong. Non era una cosa da poco trovare il tempo per preparare questo concerto, eppure la piacevole sorpresa ci aveva presi alla sprovvista: non sarebbe stato immaginabile rifiutare un concerto del genere!

Arrivato il giorno della partenza mi sembrava di iniziare una vera e propria avventura: sarebbe stato il mio debutto a Hong Kong!

Mentre io partivo da Parigi, già gelida a metà novembre, Ugo era ancora impegnato a New York. Ci saremmo visti l’indomani per preparare il concerto d’un fiato. Questo però era più che realizzabile, in quanto siamo ormai un duo affiatato, e possiamo tranquillamente riprendere in pugno in una giornata di lavoro intenso, una sonata studiata a fondo qualche mese prima.

Per arrivare a Hong Kong, ho fatto una sosta a Dubai. Dopo le prime 8 ore di volo lasciavamo dietro di noi le montagne Iraniane ed il Golfo Persico, e ci avvicinavamo alla prima destinazione, dove si stagliavano le punte della skyline di Dubai nella foschia della mattina. Una visione degna della “Mille ed una Notte”.

Per raggiungere Hong-Kong sono passata da Dubai: la città di Dubai sorge dalla foschia come una Fata Morgana. L’aurora quella mattina ha reso la visione quasi sovrannaturale.

Sono arrivata dopo altre 9 ore di volo ad Hong Kong, tardi di notte, onestamente esausta del viaggio. Dalla finestra della mia camera d’albergo, situato nel cuore della metropoli, avrei scoperto l’indomani mattina la dimensione incredibile della città, con una vista stroncata da diverse torri immense, accostate come fiammiferi in strade strettissime. Ho avuto molta fortuna, in quanto era la stagione “piacevole” a Hong Kong, con temperature attorno ai 28°C di giorno, ed un’umidità non superiore a 87%.

Come sempre il fuso orario ha giocato un ruolo importante: non si può studiare più di un certo numero di ore lucidamente dopo un viaggio di quasi 20 ore, senza imporsi qualche passo per prendere ossigeno.

Dopo qualche ora di studio sono uscita alla conquista della città.

Divisa in due parti, questa città è davvero grande. Una metà, la cosìdetta “city” è in realtà l’isola nella baia di Hong Kong, tradizionalmente il quartiere più “inglese” che contiene tutta la parte degli affari e dei negozi di lusso. Mentre l’altra metà, sulla terra ferma, viene composta essenzialmente da quartieri residenziali o, al contrario, popolari

La prima passeggiata la mattina dopo essere arrivata tardi di notte, fino alla baia di Hong Kong. Il cielo coperto e minaccioso ha reso ai miei occhi la città ancora più grande ed impressionante

Un’altra foto degli impressionanti grattacieli della city

Luci incredibili ovunque… un formicolio senza pari…

qualche piccola lanterna di carta fra grattacieli altissimi…

I famosi tram di Hong Kong

Una breve visita al Tin Hau Temple.

L’incenso invita gli spiriti a passare per ascoltare le richieste del visitatore

Secondo la tradizione si scrive i propri desideri sul cartoncino sotto al lampioncino, e gli spiriti, invitati dai profumi dell’incenso e trasportati dal vento, leggono le preghiere passando… se il campanellino sotto al lampione suona, significa che uno spirito è passato ed ha letto la preghiera. Naturalmente ho lasciato anche io un piccolo lampione come buon augurio per i concerti a venire.

Eravamo davvero emozionati: il nostro debutto di Hong Kong è stato in questa bellissima sala alla Hong Kong Baptist University. Avevamo scelto un programma composto dalla Sonata in Fa Maggiore opera Postuma di Mendelssohn, “Di tanti Palpiti” op. 13 di Paganini, il “Notturno” op. 70 n° 1  di Martucci, ed infine la Sonata di Franck in La maggiore.

Durante l’ultima prova, prima del nostro debutto a Hong Kong

Il tradizionale pré-concert-selfie del Duo!

Abbiamo passato una bellissima serata in compagnia dello Staff dell’Istituto Italiano di Cultura di Hong Kong, che è stato davvero professionale e gentilissimo.

L’indomani, prima di ripartire siamo saliti con la cremagliera al “Victoria Peak” per ammirare il panorama e la città dall’alto. Una vista davvero mozzafiato che permette di vedere meglio sia l’immensità della città, che la vegetazione subtropicale, tipica della regione, sulle colline nei dintorni.

Abbiamo passato solo tre giorni in questa città, e speriamo di ritornarci presto. Un’avventura incredibile che resterà davvero un ricordo prezioso.

La vista dal “Victoria Peak”, sotto un sole radioso! Siamo partiti pochissime ore dopo, con il ricordo di Hong Kong sotto ad un sole radioso!

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