Introduzione: Ricordo come se fosse ieri quel giorno che, dodicenne, rientrata a casa da scuola, ricevetti dai miei genitori quel libro di Franz Farga, “Geigen und Geiger” (Violini e Violinisti) che da tanto speravo. Il mio occhio cadde irrimediabilmente sul capitolo che narra la vita di Paganini, e che lessi avidamente: ne ero rimasta affascinata a tal punto che quel giorno ho dimenticato di fare i miei compiti, ne ho studiato per la lezione di violino l’indomani…
Quel giorno fu l’inizio di una lunga strada che tuttora percorro. Chi era Niccolò Paganini, questo mago, ammirato, temuto ed anche odiato dai suoi confratelli compositori e musicisti contemporanei? Schubert, Schumann, Liszt, Heine, Hoffmann, Grillparzer, Rossini, Brahms… i più grandi romantici sono stati influenzati da questo violinista, prima che fosse disdegnato per quasi due secoli, perché la sua musica veniva improvvisamente considerata “troppo virtuosistica”. Un personaggio seppellito da miti e leggende, che cambiò per sempre il firmamento dei musicisti, tale una cometa, lasciando una lunga traccia luminosa dietro di se.
Qual è la parte del mito e quale sarebbe la realtà? Ecco un primo capitolo, una specie di introduzione, di una lunga storia che non mi libererà probabilmente mai….