Negli ultimi mesi sarò sembrata quasi assente qui sul blog: brucio dall’impazienza di parlarvi di tutti i progetti che ho potuto realizzare ed i viaggi recenti.
Il primo viaggio della nuova stagione è stato nei paesi baltici.
Negli ultimi mesi sarò sembrata quasi assente qui sul blog: brucio dall’impazienza di parlarvi di tutti i progetti che ho potuto realizzare ed i viaggi recenti.
Il primo viaggio della nuova stagione è stato nei paesi baltici.
Introduzione: Ricordo come se fosse ieri quel giorno che, dodicenne, rientrata a casa da scuola, ricevetti dai miei genitori quel libro di Franz Farga, “Geigen und Geiger” (Violini e Violinisti) che da tanto speravo. Il mio occhio cadde irrimediabilmente sul capitolo che narra la vita di Paganini, e che lessi avidamente: ne ero rimasta affascinata a tal punto che quel giorno ho dimenticato di fare i miei compiti, ne ho studiato per la lezione di violino l’indomani…
Quel giorno fu l’inizio di una lunga strada che tuttora percorro. Chi era Niccolò Paganini, questo mago, ammirato, temuto ed anche odiato dai suoi confratelli compositori e musicisti contemporanei? Schubert, Schumann, Liszt, Heine, Hoffmann, Grillparzer, Rossini, Brahms… i più grandi romantici sono stati influenzati da questo violinista, prima che fosse disdegnato per quasi due secoli, perché la sua musica veniva improvvisamente considerata “troppo virtuosistica”. Un personaggio seppellito da miti e leggende, che cambiò per sempre il firmamento dei musicisti, tale una cometa, lasciando una lunga traccia luminosa dietro di se.
Qual è la parte del mito e quale sarebbe la realtà? Ecco un primo capitolo, una specie di introduzione, di una lunga storia che non mi libererà probabilmente mai….
“Frühlingsbotschaft”
Leise zieht durch mein Gemüt
Liebliches Geläute.
Klinge, kleines Frühlingslied,
Kling hinaus ins Weite.
Kling hinaus bis an das Haus,
Wo die Veilchen sprießen!
Wenn du eine Rose schaust,
Sag, ich laß sie grüßen.
Heinrich Heine (1797 – 1856)
***
Il “Poema” op. 25 di Ernest Chausson è uno di quei brani che mi hanno colpita fin da sempre in un modo molto particolare. Virtuoso, misterioso e melodioso nello stesso tempo, si tratta di una di quelle opere che tutti i violinisti temono.
Ho suonato il “Poema” più di 12 anni fa, ed ho deciso di riappropriarmene ultimamente durante la serie di concerti di musica da camera che ho dato inizio di questa primavera a Riga. Ad aprile avrò il piacere di eseguire questo brano con orchestra. Il momento ideale per avvicinarsi a quest’opera quasi mistica e saperne un po’ di più su questo compositore, assai poco conosciuto
“Neujahr”
Altes Jahr, du ruhst in Frieden,
Deine Augen sind geschlossen;
Bist von uns so still geschieden
Hin zu himmlischen Genossen,
Und die neuen Jahre kommen,
Werden auch wie du vergehen,
Bis wir alle aufgenommen
Uns im letzten wiedersehen.
Wenn dies letzte angefangen,
Deutet sich dies Neujahrgrüßen,
Denn erkannt ist dies Verlangen,
Nach dem Wiedersehn und Küssen.
Achim von Arnim (1781-1831)
“L’Anno Nuovo”
Anno vecchio, riposi in pace,
i tuoi occhi sono chiusi;
sei partito da noi in silenzio
dai tuoi compagni celesti,
e gli anni nuovi vengono,
svaniranno come te,
finché tutti noi ci raccoglieremo
nell’ultimo rivederci.
E quest’ultimo iniziato,
si annuncia quest’augurio di capodanno,
dunque scorse questo desiderio,
di rivedersi e baciarsi.
Achim von Arnim (1781-1831)
Una intervista con Jean Claude Malgoire su Hector Berlioz ed il suo tempo…
INTRODUZIONE
Quando ho sentito menzionare per la prima volta la “Symphonie Fantastique” di Hector Berlioz ero adolescente: avevo letto poco tempo prima che Niccolò Paganini era rimasto affascinato dal giovane compositore, e mi ero interessata più da vicino all’opera di questo eminente compositore Francese.
La storia tra Paganini e Berlioz è piuttosto complessa: in un primo tempo incantato dalla foga e la modernità delle sue opere, (in particolare quando ascolto’ la “Symphonie Fantastique”), Paganini ordino’ un concerto per Viola al giovane compositore. Paganini possedeva una splendida viola di Stradivari, e desiderava mettere in valore questo strumento con un’opera all’altezza del suo virtuosismo. Ci si può da un lato immaginare la scelta di Paganini, ma d’altro canto anche la pressione che ha subito il giovane compositore Berlioz…
A questo punto Berlioz compone “Harold en Italie”, una sinfonia in quattro parti. Durante le prime letture con il compositore Paganini è veramente scontento. Lui, il grande Paganini, dovrebbe suonare solo di tanto in tanto qualche nota? La collaborazione viene interrotta di brutto: Paganini è deluso e la sinfonia rimarrà in un cassetto per diversi anni…
I am Olivia Steindler, a violinist and Italian blogger who has been living in Paris for more than fourteen years. I am a Romantic and passionate about this revolutionary movement, which has been transforming Europe for almost 200 years. It all began with the little known music of Paganini, my first challenge until the day I understood that to be a Romantic was a true act of rebellion!