Una intervista con Jean Claude Malgoire su Hector Berlioz ed il suo tempo…
INTRODUZIONE
Quando ho sentito menzionare per la prima volta la “Symphonie Fantastique” di Hector Berlioz ero adolescente: avevo letto poco tempo prima che Niccolò Paganini era rimasto affascinato dal giovane compositore, e mi ero interessata più da vicino all’opera di questo eminente compositore Francese.
La storia tra Paganini e Berlioz è piuttosto complessa: in un primo tempo incantato dalla foga e la modernità delle sue opere, (in particolare quando ascolto’ la “Symphonie Fantastique”), Paganini ordino’ un concerto per Viola al giovane compositore. Paganini possedeva una splendida viola di Stradivari, e desiderava mettere in valore questo strumento con un’opera all’altezza del suo virtuosismo. Ci si può da un lato immaginare la scelta di Paganini, ma d’altro canto anche la pressione che ha subito il giovane compositore Berlioz…
A questo punto Berlioz compone “Harold en Italie”, una sinfonia in quattro parti. Durante le prime letture con il compositore Paganini è veramente scontento. Lui, il grande Paganini, dovrebbe suonare solo di tanto in tanto qualche nota? La collaborazione viene interrotta di brutto: Paganini è deluso e la sinfonia rimarrà in un cassetto per diversi anni…