Il viaggio più emozionante e sorprendente dell’inizio stagione 2018 è stato senza dubbio il viaggio a Hong-Kong.
Non era il mio primo viaggio in Cina, e sono anche già stata diverse volte in passato in Giappone e a Singapore. Però Hong-Kong è stata un’esperienza davvero spaesante ed incredibile.
Negli ultimi mesi sarò sembrata quasi assente qui sul blog: brucio dall’impazienza di parlarvi di tutti i progetti che ho potuto realizzare ed i viaggi recenti.
Il primo viaggio della nuova stagione è stato nei paesi baltici.
Introduzione: Ricordo come se fosse ieri quel giorno che, dodicenne, rientrata a casa da scuola, ricevetti dai miei genitori quel libro di Franz Farga, “Geigen und Geiger” (Violini e Violinisti) che da tanto speravo. Il mio occhio cadde irrimediabilmente sul capitolo che narra la vita di Paganini, e che lessi avidamente: ne ero rimasta affascinata a tal punto che quel giorno ho dimenticato di fare i miei compiti, ne ho studiato per la lezione di violino l’indomani…
Quel giorno fu l’inizio di una lunga strada che tuttora percorro. Chi era Niccolò Paganini, questo mago, ammirato, temuto ed anche odiato dai suoi confratelli compositori e musicisti contemporanei? Schubert, Schumann, Liszt, Heine, Hoffmann, Grillparzer, Rossini, Brahms… i più grandi romantici sono stati influenzati da questo violinista, prima che fosse disdegnato per quasi due secoli, perché la sua musica veniva improvvisamente considerata “troppo virtuosistica”. Un personaggio seppellito da miti e leggende, che cambiò per sempre il firmamento dei musicisti, tale una cometa, lasciando una lunga traccia luminosa dietro di se.
Qual è la parte del mito e quale sarebbe la realtà? Ecco un primo capitolo, una specie di introduzione, di una lunga storia che non mi libererà probabilmente mai….
Ecco un breve articolo sul mio ultimo viaggio in Lettonia, dove ho avuto il piacere di suonare il “Poema” di Ernest Chausson con l’orchestra da camera di Rezekne, sotto la direzione di Janis Stefackis.
È stato il mio secondo viaggio in Lettonia nel giro di pochi mesi, e davvero mi piace tantissimo quel paese! Il concerto era nella superba sala “GORS” di Rezekne, una sala inaugurata da pochissimo tempo, con un’acustica assolutamente fantastica!
Janis e tutti i musicisti dell’orchestra da camera di Rezekne erano proprio gentilissimi, abbiamo avuto il tempo di provare lungamente. Abbiamo potuto prendere il tempo necessario per studiare insieme da vicino i minimi dettagli, cosa che è piuttosto un lusso in questo mestiere: sovente si hanno solo pochi minuti a disposizione per provare con l’orchestra prima di un concerto, ed a volte non si possono esplorare tutte le possibilità musicali ed emotive.
Grazie al video fatto il giorno del concerto posso mostrarvi un pochettino della preparazione, dell’emozione, dell’effervescenza dietro le quinte… ed infine la gioia durante il concerto! Si tratta di un primo video che condivido con voi e spero di poterne fare più sovente!
Durante la prova…
“Preconcert Selfie”…
È ora di preparasi per andare in scena… ultimi momenti dietro le quinte…
Dopo il concerto con lo staff dell’istituto Francese Lettone, lo staff del Gors a Rezekne e Janis.
Il giorno dopo ho dato una breve Masterclass agli allievi della classe di perfezionamento del’Accademia di Musica. Questi giovani preparano il loro diploma, ed abbiamo potuto studiare opere importanti del repertorio violinistico, come le “Sonate e Partite” di Bach ed i Concerti per violino di Mozart.
L’entrata dell’accademia di musica di Riga
Durante la Masterclass con una delle allieve della classe di perfezionamento.
Questa volta ho anche potuto godere di qualche ora al mare, a Jūrmala. Faceva ancora molto freddo, il mare baltico era ancora invernale. Non vi pare davvero “Sturm und Drang”? Ci si potrebbe immaginare il “Schimmelreiter” di Theodor Storm, che cavalca nelle tempestose notti del nord lungo il mare…
Dopo l’emozione di un concerto c’è sempre un istante nel quale si vive un poco fuori dal mondo: si ha dato tanto di se, ci si è identificati tanto nella musica che si interpreta, che ci vogliono sempre un paio di ore per potere tornare alla vita quotidiana.
I gabbiani si fanno portare dal vento, la loro libertà mi affascina!
La bella cattedrale di Riga sotto i primi raggi di sole primaverili.
Pareizticīgo Kristus dzimšanas Rīgas katedrāle, la chiesa ortodossa della Natività di Riga. Questi tetti scinitillano sotto al sole nel cielo blu.
Ho passato l’ultima giornata a Riga al sole. Tornerò presto, senza dubbio prima dell’autunno per altri progetti… Proprio una città magica da scoprire e riscoprire ogni volta! <3
Ci sono stata a marzo per qualche concerto in Duo con Ugo Mahieux, in collaborazione con il locale Istituto di Cultura Francese.
Luoghi meravigliosi, castelli, salotti… questi concerti in duo ci permettono di vivere un’esperienza conviviale. La complicità fra Ugo e me si propaga con facilità attraverso sala, siccome, al di là dell’interpretazione, ci piace parlare ed interagire con il pubblico. Questa sensazione rappresenta per me quella che probabilmente vivevano i compositori dell’epoca romantica, come Schumann o Schubert, quest’ultimo così tanto introverso che sovente non suonava che davanti ai suoi amici più intimi.
Il “Poema” op. 25 di Ernest Chausson è uno di quei brani che mi hanno colpita fin da sempre in un modo molto particolare. Virtuoso, misterioso e melodioso nello stesso tempo, si tratta di una di quelle opere che tutti i violinisti temono.
Ho suonato il “Poema” più di 12 anni fa, ed ho deciso di riappropriarmene ultimamente durante la serie di concerti di musica da camera che ho dato inizio di questa primavera a Riga. Ad aprile avrò il piacere di eseguire questo brano con orchestra. Il momento ideale per avvicinarsi a quest’opera quasi mistica e saperne un po’ di più su questo compositore, assai poco conosciuto
Da oggi in poi vorrei condividere una cosa più personale con voi: a volte mi sento un po’ come il “Wanderer” di Schubert o di Caspar David Friedrich, quel personaggio che si vede solo di schiena.
Ed è proprio così che deve essere secondo me. Come interprete della musica che suono, tento di tradurre con le mie proprie parole il mondo come lo vedo con i miei propri occhi. Le foto sono una parte di questa visione, sovente si tratta istantanee senza valore, se non testimoni di un momento che mi ha commosso o ispirato in particolare. Vorrei condividere con voi il mio “giornale di bordo”, composto di foto e brevi aneddoti dei luoghi dove sono stata, come li ho vissuti ed interpretati.
Viaggiare fa parte della mia vita come musicista, e senza dubbio è una delle cose più belle: ho la possibilità di incontrare persone nel mondo intero, il loro modo di vivere al quotidiano e condividere la mia musica con loro. Penso che sia una delle cose che mi arricchiscono più di tutte.
Altes Jahr, du ruhst in Frieden,
Deine Augen sind geschlossen;
Bist von uns so still geschieden
Hin zu himmlischen Genossen,
Und die neuen Jahre kommen,
Werden auch wie du vergehen,
Bis wir alle aufgenommen
Uns im letzten wiedersehen.
Wenn dies letzte angefangen,
Deutet sich dies Neujahrgrüßen,
Denn erkannt ist dies Verlangen,
Nach dem Wiedersehn und Küssen.
Achim von Arnim (1781-1831)
“L’Anno Nuovo”
Anno vecchio, riposi in pace,
i tuoi occhi sono chiusi;
sei partito da noi in silenzio
dai tuoi compagni celesti,
e gli anni nuovi vengono,
svaniranno come te,
finché tutti noi ci raccoglieremo
nell’ultimo rivederci.
E quest’ultimo iniziato,
si annuncia quest’augurio di capodanno,
dunque scorse questo desiderio,
di rivedersi e baciarsi.
Una intervista con Jean Claude Malgoire su Hector Berlioz ed il suo tempo…
INTRODUZIONE
Quando ho sentito menzionare per la prima volta la “Symphonie Fantastique” di Hector Berlioz ero adolescente: avevo letto poco tempo prima che Niccolò Paganini era rimasto affascinato dal giovane compositore, e mi ero interessata più da vicino all’opera di questo eminente compositore Francese.
La storia tra Paganini e Berlioz è piuttosto complessa: in un primo tempo incantato dalla foga e la modernità delle sue opere, (in particolare quando ascolto’ la “Symphonie Fantastique”), Paganini ordino’ un concerto per Viola al giovane compositore. Paganini possedeva una splendida viola di Stradivari, e desiderava mettere in valore questo strumento con un’opera all’altezza del suo virtuosismo. Ci si può da un lato immaginare la scelta di Paganini, ma d’altro canto anche la pressione che ha subito il giovane compositore Berlioz…
A questo punto Berlioz compone “Harold en Italie”, una sinfonia in quattro parti. Durante le prime letture con il compositore Paganini è veramente scontento. Lui, il grande Paganini, dovrebbe suonare solo di tanto in tanto qualche nota? La collaborazione viene interrotta di brutto: Paganini è deluso e la sinfonia rimarrà in un cassetto per diversi anni…
I am Olivia Steindler, a violinist and Italian blogger who has been living in Paris for more than fourteen years. I am a Romantic and passionate about this revolutionary movement, which has been transforming Europe for almost 200 years. It all began with the little known music of Paganini, my first challenge until the day I understood that to be a Romantic was a true act of rebellion!